Museo Nazionale del Bargello: la storia

Museo Nazionale del Bargello: la storia

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Il Museo Nazionale del Bargello è il più grande museo di scultura italiano e anche il più importante al mondo per la scultura rinascimentale. Ospita capolavori di Michelangelo, Donatello, Ghiberti, Cellini, Giambologna, Ammannati e altri importanti scultori, oltre a una vasta collezione di arti applicate.

Il Palazzo del Bargello è uno dei più antichi edifici pubblici di Firenze, la cui origine è strettamente legata alla nascita della società comunale. Dopo che Firenze si costituì in libero comune, iniziando quindi a battere moneta propria e avviandosi verso un periodo di grande espansione economica, si dotò di una costituzione che prevedeva un Sindaco e un Capitano del Popolo. Fu quindi costruito questo edificio (circa 50 anni prima di Palazzo Vecchio) per dare una degna sede al Capitano del Popolo.

La parte che si affaccia su via del Proconsolo è la più antica. Il suo progetto è attribuito dal Vasari a Lapo Tedesco, padre e maestro di Arnolfo di Cambio, che incorporò strutture preesistenti tra cui il palazzo e la torre dei Boscoli, ma anche altre case e torri della Badia fiorentina.

I lavori durarono quasi un secolo, con i successivi ampliamenti che comprendono la costruzione del cortile porticato, la scala con il balcone sovrastante e l'apertura di eleganti finestre. Nel corso degli anni, tumulti civili, incendi, calamità naturali causarono gravi danni all'edificio e richiesero ripetuti restauri.

Il palazzo fu teatro di eventi politici che contrapposero Papato e Impero, Guelfi e Ghibellini, fu testimone della graduale decadenza delle istituzioni repubblicane. Nella seconda metà del XV secolo, con l'affermazione dell'egemonia medicea e il trasferimento del potere politico in Palazzo Vecchio, divenne sede del Consiglio di Giustizia e dal 1574, sotto Cosimo I de' Medici, fu trasformato in carcere cittadino. Dal "Bargello" (capo della polizia) che arrestava, interrogava e provvedeva anche all'esecuzione delle sentenze, il palazzo ha tratto il nome che porta oggi.

Nel 1786, il Granduca Pietro Leopoldo abolì la pena di morte e gli strumenti di tortura presenti nell'edificio furono bruciati. Le prigioni rimasero in uso fino alla metà dell'Ottocento, quando furono trasferite nell'ex convento delle Murate; iniziò così il restauro completo dell'edificio, ad opera di Francesco Mazzei.

L'istituzione del Museo Nazionale del Bargello avvenne nel 1865, durante le celebrazioni dantesche ed è il risultato di una lunga e controversa trasformazione. Da quell'anno molte importanti sculture del Rinascimento sono state portate nel palazzo, tra cui capolavori di Donatello, Luca della Robbia, Michelangelo, Verrocchio e Cellini.

Oggi il museo possiede un numero straordinario di opere scultoree tanto che si può dire che per gli amanti dell'arte rinascimentale, il Bargello è per la scultura quello che gli Uffizi sono per la pittura.